lunedì 21 ottobre 2013

Un aiuto in più dal Paradiso – Parte II

Beati Luigi e Maria Quattrocchi

Luigi Beltrame nacque a Catania il 12 gennaio 1880; adottato da uno zio senza figli, che gli dà il suo cognome, Quattrocchi, si trasferisce con lui a Roma dove studia Giurisprudenza. Qui conosce Maria Luisa Corsini, figlia unica di genitori fiorentini. Le nozze vengono celebrate nella Basilica di S. Maria Maggiore il 25 novembre 1905. L’anno seguente nasce il primo figlio, Filippo, seguito da Stefania (nel 1908), Cesare (1909) ed Enrichetta (1914); crescendo abbracceranno tutti la vita religiosa. Luigi fu avvocato generale dello Stato; Maria, una scrittrice assai feconda di libri di carattere educativo. Non hanno fondato congregazioni. Non sono partiti missionari per terre lontane. Semplicemente hanno vissuto il loro matrimonio come un cammino verso Dio. Il Papa Giovanni Paolo II li ha beatificati il 21 ottobre 2001. In quell’occasione, per la prima volta nella storia della Chiesa abbiamo visto elevata alla gloria degli altari una coppia di sposi, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi." Non è certo possibile riassumere in poche righe la straordinaria vicenda umana e spirituale dei coniugi Beltrame Quattrocchi. La loro esistenza di sposi fu un cammino di santità, un andare verso Dio attraverso l’amore del coniuge. Mezzo secolo di vita insieme, senza mai un attimo di noia, di stanchezza, ma conservando sempre il sapore continuo della novità.
Il loro segreto? LA PREGHIERA."



Ogni mattina a Messa insieme, alla Basilica di S. Maria Maggiore, “usciti di chiesa mi dava il “buon-giorno”, come se la giornata soltanto allora avesse il ragionevole inizio. Ed era vero...”, ricorda lei in "Radiografia di un matrimonio", il suo libro-capolavoro. La recita serale del S. Rosario, l’adorazione notturna, la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù solennemente intronizzato al posto d’onore nella sala da pranzo, e altre pie pratiche. Nel 1917 divennero terziari francescani e nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati, secondo le loro possibilità, a Loreto e a Lourdes col treno dell’UNITALSI, lui come barelliere, lei come infermiera.

Lei, volontaria della Croce Rossa, durante le due guerre si prodigò instancabilmente per i soldati feriti; catechista attivissima per le donne del popolo nella parrocchia di S. Vitale, organizzò i corsi per fidanzati, autentica novità pastorale per quei tempi, quando il matrimonio veniva considerato come qualcosa di scontato, che non esigeva approfondimento nè preparazione.

La Diocesi di Roma li commemora il 25 novembre, anniversario del loro matrimonio.
I corpi dei coniugi si trovano nella cripta del Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma.

Nel progetto di Dio il matrimonio è vocazione alla santità e offre tutti i mezzi per raggiungerla. "Si è santi – ha detto P. Giordano Muraro - non perché si vive in chiostri odorosi di incenso, salmodiando o curando infermi: ma perché si ama." Il matrimonio e la famiglia sono naturalmente luoghi di amore. Non si ama un generico “prossimo” ma questa persona che è mio marito, mia moglie, mio figlio, il mio genitore, mio fratello. Non sono io che scelgo il momento e il modo, ma è l’altro che si presenta qui, ora, ogni giorno.

giovedì 10 ottobre 2013

Un aiuto in più dal Paradiso...parte I

I Servi di Dio Tomás Alvira e Paquita Domínguez Susín:

Tomás è nato a Villanueva de Gállego (Saragozza) il 17 gennaio 1906 ed è morto a Madrid il 7 maggio 1992. Laureato in Scienze Chimiche, è stato un ricercatore del CSIC e Professore Ordinario dell’Istituto di Scienze Naturali di Madrid. Paquita è nata a Borau (Huesca) il 1° aprile 1912 ed è morta a Madrid il 29 agosto 1994. Faceva la maestra.


Si erano sposati a Saragozza il 16 giugno 1939. Hanno avuto 9 figli, il primo dei quali, José María, è morto all’età di cinque anni. La famiglia si trasferì a Madrid nel novembre del 1941, quando Tomás passò a insegnare nell’Istituto Ramiro de Maeztu. Erano entrambi soprannumerari dell’Opus Dei: Tomás dal 15 febbraio 1947 e Paquita dal 1° febbraio 1952.
Hanno trasmesso ai loro figli e a molte altre persone un esempio di vita cristiana, facendo della loro casa ciò che tante volte ebbe a ripetere San Josemaría Escrivá: “Un focolare luminoso e allegro”. Si sono santificati nell’esercizio eroico e perseverante delle virtù cristiane. La Santa Messa costituiva il centro e la radice della loro vita interiore.
Aiutati dalla grazia divina e cercando di stare sempre alla presenza di Dio, hanno saputo riempire di contenuti soprannaturali le loro attività ordinarie, familiari, professionali e sociali. Entrambi hanno subito dolorose malattie, sopportate con un grande senso soprannaturale: Tomás è morto in seguito a un processo tumorale e Paquita ha reso la sua anima a Dio dopo una malattia cerebrale.

Preghiamo i santi per intercedere presso Dio. Il piu' forte aiuta il piu' debole e le preghiere funzionano di piu' perché ciascuno aiuta l'altro.

giovedì 3 ottobre 2013

Grazie a tutti!

MIO MARITO vs IL MIO ARMADIO!

Cosa dire della nostra nuova GUEST STAR!!! Una moglie giovanissima, molto fashion (la protagonista di ”I love shopping” è una principiante in confronto). Ma soprattutto è la mia compagna di banco del liceo. Il nostro amato banco… con il diario di Winnie Pooh e l’astuccio dell’Eastpak! Grazie a lei ho scoperto cosa sia il diffusore per fare i capelli ricci e la mia testa ha acquistato un senso.. Ho scoperto le lenti a contatto e sono entrata per la prima volta in discoteca! Ahahahah! Tuttora tremendamente amiche, connesse ogni minuto quotidiano grazie a whatsapp. Non potrei vivere senza la sua amicizia. E’ una donna con un cuore speciale, ha una passione innata di fare del bene e regalare risate a chi la circonda.

E’ un banale lunedì come tanti altri se non fosse che da domani avremo gli operai in casa (ANCORAAAAAAAAAAAAA), quindi bisogna smontare l’armadio per poter verniciare tutte le pareti della stanza.

Parliamo di un armadio nero di sole 7 ante!!!! Un bestione insomma….

Il mio caro maritino ne ha di proprietà solamente 2 e ovviamente le restanti 5 sono per me e le divido con un po’ di biancheria da camera, asciugamani, etc….

Arriva il momento di svuotare l’armadio, e togliere i vestiti; beh ragazze vi posso assicurare che è stato un momento spassosissimo, un momento di sana quotidianità che mi ha fatto sentire il cuore pieno di gioia per l’amore che provo per mio marito. Ci siamo divertiti un mondo!!!

Si inizia ovviamente con le sue due ante… Semplice! Tempo 10 minuti e il lavoro è finito.
Passiamo alla parte difficile: le restanti 5!!!

Si inizia piano piano, passa una mezz’ora in tranquillità finchè mio marito non trova una giacca arancione… mi guarda e dice : “Ah l’avevo dimenticata questa giacca che avevi comprato per l’evento BMW -mio marito lavora nel settore delle auto quindi agli eventi dove è invitato non ho mai nulla da mettere - non te la sei mai più messa…” . Secondo voi cosa avrei dovuto fare io a quel punto???!!!?!?
Ho optato per il silenzio!

Passano solo 2 minuti e tira fuori la stessa identica giacca ma questa volta di colore viola; borbottando senza però prestarmi troppa attenzione, dice: “ beh certo ce l’abbiamo arancione che famo non ce la compriamo pure viola…”
Ed io, come qualche minuto prima, scelgo di rimanere in silenzio per evitare di dire qualsiasi cosa possa essere usata contro di me!

Seguitiamo il nostro lavoro; siamo giunti quasi al termine, l’armadio è mezzo vuoto quando a un certo punto lui trova una giacca rossa….. in quel momento comincio a tremare di paura perché penso: “ECCO E’ FINITA”. Invece la sua reazione supera le mie aspettative…. La guarda, me la passa e dice: “E che rossa non ce la compravamo?!?” ed io vagamente lascio cadere la giacca sul letto insieme alle altre cose…

Il lavoro è terminato! L’armadio è vuoto e domani mattina gli operai potranno tranquillamente spostarlo…

E’ passata un’ora da quando mio marito, da poco tornato a casa, mi ha guardato e mi ha detto: “ Ehi ti dispiace se mi faccio una partita alla play station?” ed io ho risposto: “Amore certo non c’è problema basta che prima mi aiuti CINQUE MINUTI a fare una cosa…” Ed è entrato in camera… i cinque minuti sono diventati un’ora... la sua vendetta si sta per consumare.

Guarda il letto pieno di roba e mi dice: “ Senti manco se andavo a svuotà il magazzino di Zara trovavo tutta sta roba... lo sai sì - questo sì che rende il tono più minaccioso - hai fatto una cavolata a farmi fare questo lavoro perché ora non ti comprerai più niente!”

Io lo guardo e non dico nulla, come quando ha tirato fuori le giacche, sbotto a ridere guardando la sua faccia mezza seria e mezza divertita… Penso ai 2000 motivi per cui lo amo e perché ho scelto di passare il resto della mia vita con lui… Ridendo insieme in quel momento ho tutte le risposte! Mi verrebbe da abbracciarlo fortissimo e urlargli quanto lo amo ma lui è già scappato dalla stanza….
Sta sul divano perché 5 minuti fa (ormai un’ora fa) doveva iniziare a giocare alla play station.

Virginia

mercoledì 2 ottobre 2013

Perchè sposarsi nel 2014

Cari lettori, diamo un caloroso benvenuto alla nostra PRIMA GUEST STAR!!!!!!! Una delle mie migliori amiche, con cui ho condiviso molto. Una donna che stimo per i suoi numerosi talenti naturali e qualità morali. Godetevi questi minuti di lettura:

Di solito quando decidi di fare “il grande passo” le reazioni alla notizia sono, mediamente, due: quella traboccante di chi corre ad abbracciarti augurandoti tutta la felicità del mondo… e quella di chi, nella calma più assoluta, si avvicina e ti chiede: “..Ma siete proprio sicuri?”.

Perché è così, il matrimonio oggi fa paura; anche se non esiste al mondo avventura più misteriosa ed elettrizzante. E questo non lo dico solo io, ma tutti quelli che - come me - hanno scommesso sulla felicità, dando al proprio futuro un nome e un cognome.

..Provate ad immaginare, per un momento, l'attimo che descrive meglio la bellezza e la grandezza dell'orizzonte di una vita insieme..

Alcuni di voi penseranno forse alla fatidica proposta, alla magia dell’anello e al brivido di quel “mi vuoi sposare?” che scatena desideri e aspettative..
Ad altri verrà in mente lo scambio delle fedi e la promessa di un amore eterno..

Io, invece, ho capito veramente a cosa andavo incontro la notte prima di sposarmi; una notte strana, fatta di insonnia e grandi sogni, in cui capisci quanto é potente l’amore se ti induce alla pazzia di dare tutto in cambio di quella che sembra, in fondo, solo una fragile promessa.
E inizi a chiederti: ma sto facendo la cosa giusta? Saremo veramente felici? Riuscirò ad essere fedele? E se poi mi accorgo che non funziona? Forse non é ancora il momento...forse non sono ancora pronto...

Eppure una vera risposta a tutte queste domande non esiste nella teoria; aveva ragione il grande Battisti quando cantava "lo scopriremo solo vivendo".

Ci sono molte buone ragioni per sposarsi, ma la ragione fondamentale, che non deve mancare, é sempre la stessa: ci si sposa per Amore, per darsi senza condizioni e senza riserve, legando la propria fragilità alla fragilità dell'altro.

"Nella gioia e nel dolore" recita la formula..e - come ci ricordava il sacerdote prima delle nozze - nel dolore non significa amare anche quando hai la sciatica, ma che si persevera nell'amore durante le avversità e anche quando é l'altro ad essere la causa del tuo dolore.

Per questo rimane deluso chi si sposa per la paura di restare solo, per soddisfare false aspettative o per conformarsi a un clichè, il matrimonio devi volerlo non subirlo.

Così si forgia l'amore, giorno dopo giorno, sotto il sole e sotto la tempesta, e prende lentamente il largo con i suoi due capitani al timone.

Tutto il resto non conta e non ha mai contato per la riuscita di un buon matrimonio:

- la sicurezza economica (tanto i soldi si sa, vanno e vengono);

- la pianificazione strategica del futuro (carpe diem!);

- l'orologio biologico (prima è, meglio è);

- i parenti (guarda che il cordone ombelicale te l'hanno tagliato già da un pezzo!!);

- la stabilità lavorativa (suvvia, chi ce l'ha più il posto fisso al giorno d'oggi!?);

- la casa (mai sentito parlare di due cuori e una capanna??);

- i tuoi spazi (ti do una notizia: ci saresti stato stretto comunque!).

E allora manda all'aria le paure e le paranoie: SPOSATI quando pensi di aver trovato la persona giusta, dopo un sincero discernimento.

"E come faccio a sapere se è la persona giusta?" dici tu.

Non ci sono formule o test; te lo rivela l'elezione. E' la tua scelta che fa di quella persona, la persona giusta; tu l'hai scelta tra tanti altri uomini e tante altre donne per starti accanto e non separartene più.

Quindi sposala. E capirai che é una scelta che vale più di mille opzioni.

Maria Vittoria